L’Impero anglosionista sta finendo; si è retto sul dollaro come moneta obbligatoria per gli scambi commerciali internazionali e per le riserve delle banche centrali a livello mondiale. Questo fatto permetteva agli U.S.A. di creare moneta dal nulla in quantità mostruose senza rischiare processi inflattivi troppo forti, che venivano scaricati sul resto del mondo. Questa anomalia (un paese che esercita il signoraggio monetario usuraio a livello mondiale) ha permessa a lungo agli U.S.A. di super-armarsi arrivando a spendere cifre vicine ai 1000 miliardi di dollari all’anno. Con una decina di portaerei, una flotta di circa 300 navi da guerra, un migliaio di basi militari sparse nel mondo gli Stati Uniti potevano intimidire qualunque stato osasse tentare di sottrarsi al loro controllo e al loro sfruttamento (Cuba, Iraq, Libia, Somalia, Siria, Afghanistan, Yemen, Nord Corea, Iran, etc.) o aggredendolo, o sottoponendolo a sanzioni mortali.
Ma sono accadute non previste: l’eccesso di denaro riversato sulle multinazionali degli armamenti ha creato un pozzo senza fondo di corruzione, sprechi, tangenti che ha portato a due risultati: armi sempre più inefficienti, perché troppo complesse (vengono costruite per costare quanto più possibile) e costosissime; una bolla del debito pubblico apocalittica (entro non troppi anni si stima che possa arrivare a qualcosa come 50.000 miliardi di dollari!).
Una bolla del debito così grande significa che si tratta di un debito inesigibile, in pratica di una bancarotta congelata. La moneta-debito sfocia sempre in bolle del debito stesso. Ora tutte le bolle del debito in passato sono state fatte esplodere con una guerra su scala mondiale. Se il paese in bancarotta vince la guerra può mantenere in funzione il giocattolo monetario che gli ha permesso di dominare il mondo fino a quel momento (Prima e Seconda guerra mondiale).
La Terza Guerra mondiale di fatto è già scoppiata (con innesco a EuroMaidan nel 2014) ma il problema è che gli Stati Uniti non la possono vincere, come guerra convenzionale, né contro la Russia, né contro la Cina.
I veri manovratori, i vertici occulti dell’Impero, ovvero poche centinaia di persone che controllano le grandi banche del mondo e per loro tramite le multinazionali, sanno benissimo che non ci può essere una vittoria di chi hanno usato finora per controllare il mondo e compiere passi verso il governo mondiale (gli U.S.A.), ma una grande guerra, eventualmente anche nucleare, potrebbe essere comunque preferibile al suo tracollo completo, vistoso e pubblico.
In altre parole: la Russia non deve vincere, a nessun costo, in Ucraina. Questo è il diktat, fra gli altri, dei Rotschild.
E perché La Russia non vinca (e se possibile perda) in Ucraina è necessario che i paesi N.A.T.O. si dissanguino al loro posto quando i soldati ucraini saranno esauriti o sconfitti totalmente (cosa non lontana).
Pertanto è ragionevole attendersi una lenta, ma inesorabile escalation, che sfoci in una guerra di attrito in grado di esaurire le risorse russe.
Le incognite però sono molte, a partire dalla ampia gamma di risposte simmetriche e asimmetriche che la Russia stessa può scegliere di adottare, dalla sua imprevedibilità di “scacchista” abituata a calcolare le mosse con grande profondità, dal ruolo della Cina, dell’Iran, della Nord Corea.
Le variabili sono molte, la partita è solo all’inizio e sarà lunga e il tempo lavora per la Russia perché ogni giorno si aggrava il processo di putrefazione morale e spirituale del mondo Occidentale.
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grazie!
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