Il pericolo delle devozioni e delle indulgenze non approvate dalla Chiesa

Cari amici,

un sacerdote della “Fraternità San Pio X” che conosco da molti anni, don Mauro Tranquillo,   mi ha segnalato un Decreto della Congregazione delle Indulgenze del 1898 che, sentito il papa regnante Leone XIII e con il suo consenso, ha dichiarato apocrife una serie di preghiere e di pratiche pie con le relative indulgenze. Fra queste preghiere e indulgenze rientra anche l’Orazione da dirsi alla piaga della sacra spalla di Nostro Signore alla quale avevo dedicato recentemente un articolo. Va notato che  la Chiesa non solo ha dichiarato queste pratiche devozionali “apocrife e false”, ma ha anche proibito la loro stampa e la loro diffusione.

Ignoravo questo decreto e da così tanti anni conoscevo l’ Orazione da dirsi alla piaga della sacra spalla di Nostro Signore che ne davo per scontata la veridicità, anche perché, a mia volta, l’avevo scoperta grazie a un sito cattolico particolarmente serio e, in genere, molto affidabile nei suoi suggerimenti.  Mi scuso con i lettori per la svista e per l’involontaria diffusione di una devozione in realtà non approvata dalla Chiesa. L’incidente si rivelerà essere stato utile se ci spingerà tutti, in tempi di tempesta come gli attuali, a una prudenza sempre più grande anche, se non soprattutto, nelle pratiche di pietà e nell’adesione a una devozione non del tutto sicura.  Sarebbe ad esempio molto importante verificare che in calce ai santini o alle immaginette  devozionali sia sempre indicata la data e il luogo dell’Imprimatur, la Curia che lo ha rilasciato e il titolo della persona o carica istituzionale che lo ha concesso (Ad esempio:  “Imprimatur in Curia Arch. Mediolani, 8 Aprilis 1905, P.C. Gorla, Pro-Vic. Gen.”).  In assenza di dicitura simile (in latino o in italiano) la devozione deve essere considerata sospetta e non è prudente praticarla.

Un’ultima nota è forse opportuna: viviamo in tempi nei quali la Chiesa è come in preda a una terribile tempesta: “Il pastore è percosso e il gregge è disperso”. In tale clima facilmente proprio i fedeli più ferventi si attaccano a pratiche apparentemente sante, senza fermarsi troppo a fare un attento discernimento. Ma i maestri della vita spirituale invitano a evitare di moltiplicare le devozioni.  E’ molto più salutare e sicuro limitarsi a quelle pratiche che la Chiesa ha sempre vivamente consigliato, prima fra tutte quella del Santo Rosario.  Più che avere molte pratiche o cercarne di nuove , è importante fare bene quelle che già si hanno, con regolarità e costanza.

Superiore poi a ogni devozione, per chi ne ha la possibilità, sono la partecipazione quotidiana alla Santa Messa e la Visita al Santissimo Sacramento.  Sul piano invece della vita di preghiera nulla supera per importanza il dedicare il tempo necessario a fare con il dovuto silenzio interiore  e col più profondo raccoglimento la meditazione spirituale.

 

Allego qui sotto il testo del Decreto della Congregazione delle Indulgenze che mi ha fatto avere don Mauro e, delle molte pratiche condannate, solo il testo relativo alla “Orazione alla Piaga della Spalla” .

 

Acta Sanctæ Sedis n. 31 (1898-1899) a pagina 127 leggiamo:

DECRETUM URBIS ET ORBIS, quo revocantur indulgentiæ omnes mille vel plurium millium annorum. [decreto che revoca le indulgenze di mille e più anni]

“Quum huic S. Congregationi Indulgentiis Sacrisque Reliquiis præpositae ex ipsa sui institutione munus demandatum sit vigilandi, ne in christiano populo falsae et apocryphæ, veliam revocatae a RR. PP. Indulgentiæ temere evulgentur, pluries ab ea quæsitum est, num Indulgentiæ mille sive etiam plurium millium annorum, quae in nonnullis Summariis et etiam in Pontificiis Constitutionibus leguntur, sint retinendæ uti veræ, an potius inter apocryphas amandandæ, ea potissimum de causa quod immoderatæ viderentur. Porro quum hæc S. C. generatim animadverterit prædictarum Indulgentiarum concessionem, ut plurimum, nulli aut suppositivo niti fundamento, prætereaque perpenderit id quod Sacrosancta Tridentina Synodus Sess. 25, cap. XXI Decret, de Indulg. docuit, in concedendis nimirum Indulgentiis moderationem esse adhibendam, ne nimia facilitate ecclesiastica disciplina enervetur; opportunum esse censuit, sicut alias peragere consuevit, ut Indulgentiae omnes, quæ mille vel plurium millium annorum numerum attingunt, prætermisso an veris sint accensendæ vel apocryphis, revocarentur et abrogarentur: id enim postulare videbantur et mutata temporum adiuncta, et modo vigens in Ecclesia disciplina. Emi itaque Patres huic S. Congregationi praepositi, in generalibus Comitiis ad Vaticanum habitis die 5 Maii 1898, omnibus mature perpensis, unanimi suffragio rescripserunt: Indulgentias omnes mille vel plurium millium annorum omnino esse revocandas si SS.mo placuerit. [Sono assolutamente da revocare le indulgenze di mille o più anni].

Facta autem de his omnibus relatione SS.mo D.no Nostro Leoni Papæ XIII in Audientia habita die 26 Maii 1898 ab infrascripto Card. Præfecto, Sanctitas Sua Eminentissimorum Patrum sententiam ratam habuit et confirmavit, mandavitque per generale Decretum declarari omnes Indulgentias mille vel plurium millium annorum, quae hucusque concessae dicuntur aut sunt, revocatas esse, et uti revocatas ab omnibus habendas.

Contrariis quibuscumque non obstantibus.

L’anno successivo segue questo decreto:

In Acta Sanctae Sedis n. 31 (1898-1899) a pagina 727, si legge in questo Decreto:

A questa Sacra Congregazione, preposta alle Sacre Indulgenze e alle reliquie, sono pervenuti dei fogli che riportano preghiere con annesse indulgenze alle medesime attribuite, e sulla cui autenticità sono portati gravi dubbi. Pertanto questa Sacra Congregazione, affinché i fedeli non vengano tratti in errore, specialmente in questi tempi in cui tutti i nemici della Chiesa cercano ogni pretesto per irridere il tesoro inestimabile delle Indulgenze, che piamente, santamente, e incorrottamente si amministra, come da suo dovere ha avocato a se l’esame di questi fogli, e verificare e dichiarare qualora si trovi in essi promulgazione di indulgenze false, apocrife, e del tutto confuse, la diffusione di questi fogli sia del tutto proibita e le asserite indulgenze dichiarate apocrife e false. – Per qual motivo gli Em.mi Padri, riuniti in Vaticano il 5 maggio 1898 in Congregazione Generale, dopo matura riflessione, con unanime votazione hanno sottoscritto: i predetti fogli presentati a questa Sacra Congregazione sono da vietare e, come detto, le annesse indulgenze essere dichiarate apocrife e false.
Fatta di questo relazione presso il S. Padre Leone XIII nell’udienza del 26 maggio 1898, dal sottoscritto Cardinale Prefetto, sua Santità ha approvato e confermato e dato il mandato di preparare un decreto generale, nel quale venga stabilito che il contenuto dei fogli annessi, o che si trovi espresso in edizioni diverse sia proscritto e che le indulgenze riportate in essi siano condannate come false e apocrife. Seguono i “foglietti” con le preghiere ed indulgenze apocrife riportare:

 

FOLIOLUM III

L’Orazione alla Piaga della Spalla

RIVELAZIONE

Fatta a S. Bernardo Abbate di Chiaravalle dell’incognita e dolorosa piaga della spalla di Nostro Signore Gesù Cristo da lui sofferta nel portar la pesante Croce.

Domandando una volta S. Bernardo a Nostro Signore nell’orazione, qual sia stata la sua maggior doglia occulta, sentita nel corso della sua Santissima Passione, rispose il Signore: Io ebbi una piaga sulla spalla profonda tre dita, fattami nel portare la Croce; questa mi è stata di maggior pena e dolore di tutte le altre, quale dagli uomini è poco considerata perchè è incognita. Ma tu abbila in venerazione, e sappi che qualunque grazia mi chiederai in virtù di detta Piaga mi onoreranno, gli perdonerò i loro peccati quotidiani, de’ mortali non mi ricorderò più e conseguiranno la vita eterna, cioè la mia grazia e misericordia.

Eugenio III ad istanza di S. Bernardo ha concesso, a chiunque dirà tre Pater noster, e tre Ave Maria, in onore della suddetta Piaga come è stato a S. Bernardo rivelato, tre mila anni d’Indulgenza.

ORAZIONE DA DIRSI ALLA PIAGA DELLA SPALLA DI NOSTRO SIGNORE.

Dilettissimo Signore Gesù Cristo, mansuetissimo Agnello di Dio, io povero peccatore, adoro e venero la Santissima vostra Piaga che riceveste sulla spalla nel portare la pesante Croce al Calvario, nella quale restarono scoperte tre Sagratissime Ossa, tollerando in essa un immenso dolore ; Vi supplico pertanto per virtù e meriti di detta Piaga ad aver di me misericordia col perdonarmi tutti i miei peccati sì mortali che veniali, e ad assistermi nell’ora della mia morte, e di condurmi nel vostro Regno beato. Amen.

Sia sempre benedetto, e ringraziato Gesù Cristo che col suo preziosissimo Sangue ci ha salvato.

Oremus.

Deus, omnium fidelium pastor et rector, famulum tuum Leonem quem pastorem Ecclesiae tuae præesse voluisti, propitius respice: da ei quæsumus, verbo et exemplo, quibus præest proficere: ut ad vitam una cum grege sibi credito, perveniat sempiternam. Per Dominum.

Sono pregati di un’Ave Maria per chi dispensa gratis il presente foglio.

Roma — Tipografia della Pace di F. Cuggiani.

(Vide Decr. Auth. n. 18).

 

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2 Comments

  • Antonio Posted Ottobre 25, 2022 8:16 pm

    Buonasera professore, sa qualcosa in merito alla devozione della a Madonna che scioglie i nodi?
    Questo a prescindere dall’immagine,vista di recente, a dir poco dubbia.
    Mi riferisco proprio alla devozione in se. Grazie

    • Matteo D’Amico Posted Gennaio 3, 2024 8:29 pm

      Purtroppo non sono informato, ma non mi convince. Non la pratichi se non trova l’atto di approvazione di un vescovo.

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