Boicottiamo i referendum!

Come si sa i referendum in Italia possono essere solo abrogativi, ovvero possono solo abrogare, in tutto o in parte, leggi vigenti.  In occasione di referendum possono votare tutti  i cittadini che hanno compiuto il diciottesimo anno di età. Un referendum è valido se partecipano al voto la metà più uno degli aventi diritto, in pratica se si reca a votare almeno il 50% degli aventi diritto.

Domenica è previsto il voto per cinque referendum proposti essenzialmente dai radicali, con l’appoggio di qualche altra formazione politica. Ho studiato i cinque quesiti referendari e, come è naturale, gli analisti e gli specialisti di diritto costituzionale hanno dato il meglio di sé nell’elencare i pro e i contro di ogni possibile esito del referendum.   I quesiti riguardano per lo più temi come la carriera dei magistrati, gli interventi disciplinari nei loro confronti, le norme ostacolanti incarichi pubblici di persone che hanno commesso particolari reati, l’istituto della carcerazione preventiva.

Non entro nei dettagli tecnici di ogni singolo quesito, ma mi limito ad alcune considerazioni generali per spiegare perché sono radicalmente contro questi referendum e perché consiglio di boicottarli non andando ai seggi elettorali. Infatti occorre ricordare che il modo più sicuro per fare fallire un referendum non è votare “NO”, ma farlo decadere per mancato raggiungimento del quorum.

I motivi per cui non bisogna andare a votare:

  • I temi che i quesiti toccano sono molto tecnici e, al tempo stesso, delicati; si tratta di scelte fra prospettive diverse sulla giustizia e sulla magistratura che possono essere fatte solo da persone molto competenti e che hanno molta esperienza pratica sul campo. E’ scandaloso che si pretenda che il cittadino comune abbia i mezzi culturali e professionali per capire, ad esempio, tutte le implicazioni della separazione permanente delle carriere fra magistratura inquirente e giudicante.  Argomenti così complessi e delicati esigono un lungo lavoro in Commissione Giustizia e adeguati dibattiti parlamentari, approfondimenti a livello accademico, attenti confronti con gli ordinamenti esteri, una valutazione rigorosa dei rischi connessi al cambiamento di una tradizione ormai consolidata. Un numero molto ristretto di persone ha le competenze necessarie a valutare con cognizione di causa tutte le implicazioni dei cambiamenti proposti.  Il referendum è lo strumento meno adeguato per decidere, perché impedisce qualsiasi dibattito e approfondimento e rende possibile a mezzo stampa (ovvero banche/poteri forti) ogni manipolazione dell’opinione pubblica.
  • I referendum hanno come loro grande organizzatore e sponsor il movimento, o partito, radicale. Ora i radicali sono -e sono sempre stati- una infima minoranza in Italia e nel parlamento: si riconosce in loro una percentuale di cittadini che oscilla fra l’1 e il 2 %. Ma questo micro-partito cerca con i referendum, da cinquant’anni, di manipolare il paese aggirando il suo cronico fallimento elettorale.  I referendum che propone, in questo senso, possono essere visti come una sorta di cripto-colpo di stato: una infima minoranza impone la sua agenda politica, evitando le aule parlamentari, con un appello diretto al popolo.  Questo è il metodo plebiscitario inaugurato da Napoleone e proseguito, ad esempio in Italia, da Mussolini:  i plebisciti sono lo strumento classico dei regimi autoritari.
  • I radicali sono una forza politica legata da sempre ai poteri forti anglosassoni, che li hanno usati come un ariete ideologico utile a portare sulla scena politica temi “proibiti” nell’Italia cattolica del dopoguerra.  In altre parole il partito radicale è sempre stato al servizio degli occupanti americani e ha sempre avuto lo scopo di scristianizzare l’Italia. E’ notoria la loro ossessione atlantista come  la loro costante “amicizia” verso Israele, la loro ostilità alla Federazione Russa e al mondo islamico in generale. Parrebbe che attualmente siano appoggiati (e guidati) dai centri di potere legati a Soros.  Hanno sempre goduto di appoggi trasversali anche in parlamento, tanto che ogni anno viene votata da tutti i partiti di ogni orientamento (Lega inclusa) la norma che permette di finanziarie Radio Radicale  con svariati milioni di euro con la scusa delle dirette dal parlamento (che potrebbe svolgere benissimo una radio pubblica).
  • I radicali hanno avuto un ruolo importante, con i loro referendum degli anni Settanta e Ottanta e successivi, nella scristianizzazione del paese. Hanno lottato per il divorzio, per l’aborto, per la liberalizzazione delle droghe, per l’eutanasia, per l’amnistia dei carcerati e la riduzione o cancellazione dell’idea stessa di carcerazione. Mirano alla dissoluzione nichilistica  dell’ordine cristiano, che aborrono e , in definitiva, sognano un mondo dove venga meno qualunque distinzione fra bene e male.  Ogni loro battaglia è solo una tappa  verso gradi sempre più gravi e profondi di immoralità e di disintegrazione del corpo sociale. Sono degli zeloti del nulla e del male, specialisti nel fingersi vittime e nel suscitare, coi loro piagnistei falsi e stereotipati, la solidarietà di maniera delle altre forze politiche.  Quando un politico sospettato di essere di “destra” o un po’ all’antica su certi temi vuole ripulire la sua immagine basta che metta in scena un qualche suo appoggio ai radicali per essere perdonato.  I referendum che propongono sono sbagliati e provocherebbero gravi danni al nostro già traballante sistema giudiziario, ma se anche fossero perfetti e validissimi andrebbero boicottati per principio da tutti i cattolici di buona volontà, per non aiutare in nessun modo un’organizzazione di nemici di Cristo.
  • Quella dei radicali è una metafisica rovesciata, una sorta di teologia satanica, invertita: il cuore delle loro “battaglie” (che non sono loro, ma dettate da ben altre agenzie e poteri con sede magari a Londra e a Washington…) è distruggere ogni legge, ogni idea di una distinzione assoluta  e ferma fra bene e male, distruggere, in ultima istanza, l’idea stessa di legge naturale. In ciò non fanno che portare avanti, fino alle sue estreme conseguenze, l’ateismo e il nichilismo proprio di tutte le rivoluzioni moderne, proprio, anzi, della Rivoluzione in quanto tale.  Vanno abbandonati e lasciati sprofondare nel loro nulla, nel vuoto morale in cui sono immersi, non solo boicottando qualunque loro referendum, ma rifiutando qualunque contatto o discussione con loro a qualunque livello.
  •  Lo ripeto, e potrei dimostrarvelo: meglio la malferma e problematica giustizia attuale, che le riforme proposte dai radicali. Avremo una giustizia “giusta” non con riforme tecniche o manipolazioni referendarie,  ma solo a fronte di una ben più profonda rinascita morale e spirituale del nostro paese e, soprattutto, solo quando la nostra povera patria avrà riacquistato una piena sovranità, rompendo le catene della N.At.T.O., dell’Unione Europea e dell’Euro che attualmente  ci imprigionano. Boicottiamo i referendum, non andiamo a votare, non rendiamoci complici del sistema che ci opprime, non aiutiamo un partito di senza-Dio, di nemici di Cristo.

 

 

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1 Comment

  • Alberto Speroni Posted Giugno 11, 2022 11:59 am

    Condivido tutto!

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