“Fiducia supplicans”: l’ultimo sfacciato assalto di Bergoglio alla fede cristiana

Il 15 febbraio 2021 il cardinal Ladaria aveva pubblicato il “Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso” Questo documento bisogna riconoscere che è di esemplare chiarezza e di grande valore: argomenta con pacatezza e rigore perché in nessun modo può essere data una benedizione a una coppia omosessuale che la richiede.   Il cuore dell’argomentazione è il seguente: la natura stessa delle benedizioni, che sono un sacramentale, esige “che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni”.

Poiché le relazioni omosessuali  sono contronatura, esse vanno frontalmente e formalmente contro i disegni iscritti da Dio nella creazione,  sono anzi in sé un’offesa gravissima a Dio e il rovesciamento per diametrum della relazione matrimoniale fra l’uomo e la donna quale voluta da Dio stesso, ovvero unica, indissolubile e feconda.  Di più, la relazione omosessuale è definibile come “peccato impuro contro natura” ed esso è uno dei quattro peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”,  e che attirano la maledizione e il castigo, non certo la benedizione, su chi li commette oltre che sulla società e sugli  stati che tollerano o favoriscono tali tipi di relazioni.

Semplificando il discorso, potremmo dire che è assurdo pensare che possa venire benedetto qualcosa che è intrinsecamente cattivo e perverso:  saremmo di fronte a un paradosso, per usare un’immagine un po’ colorita, simile a quello di una  banda di rapinatori che chiede, proprio in quanto banda di malviventi, di essere benedetta.   Nel caso della coppia omosessuale vi è l’aggravante che il loro rapporto è contronatura.  Insomma, in parole povere, è ovvio che non si può benedire qualcosa che è intrinsecamente cattivo, che nega e rovescia la legge di natura, che offende Dio e che scandalizza gli uomini, che in nessun modo si può infine affermare che faccia parte di  “quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni” iscritti da Dio nella creazione.

Ora, il 18 dicembre 2023, come noto, è uscito il “Responsum  della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium
circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso
Fiducia supplicans”, ad opera del card. Fernandez e con firma  del Papa.  Questo documento osceno e scandaloso cerca di rovesciare il documento prima citato del 2021 con vergognosi sofismi.

Già molti acuti osservatori e uomini di Chiesa hanno avanzato critiche più che fondate al suddetto documento mostrandone l’incoerenza, la pericolosità, l’infondatezza, l’inapplicabilità, la negazione formale dell’intera tradizione della Chiesa che esso rappresenta.

Aggiungiamo alle loro qualche osservazione. Innanzitutto qual è il sofisma su cui si fonda il documento di Fernandez? Consiste nel distinguere fra benedizioni liturgiche o inserite in un contesto liturgico, e benedizioni date in contesti che siano chiaramente non liturgici, ma bensì informali, afferenti esclusivamente alla sfera indeterminata dell’attenzione pastorale di un sacerdote ai fedeli che gli si accostano nei contesti o momenti più vari.  In altre parole il sofisma consiste nel sostenere che ci si possa aprire a nuove e più ricche e libere  interpretazioni del concetto di  benedizione senza irrigidirsi in una posizione teologica astratta, soprattutto riflettendo sulla  possibilità di una “benedizione discendente” da Dio verso l’uomo, e non solo delle “benedizioni ascendenti”, ovvero quelle liturgiche o formali tradizionali dove qualcosa è benedetto perché possa giungere al suo perfetto compimento ed essere volto alla maggior gloria di Dio.

Per aprirsi a questa evoluzione del concetto di benedizione  viene citato Bergoglio:

La Chiesa, inoltre, deve rifuggire dall’appoggiare la sua prassi pastorale alla fissità di alcuni schemi dottrinali o disciplinari, soprattutto quando danno «luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare».[16] Perciò, quando le persone invocano una benedizione non dovrebbe essere posta un’esaustiva analisi morale come precondizione per poterla conferire. Non si deve richiedere loro una previa perfezione morale”.

L’operazione di Fernandez incomincia a prendere forma: prima alterare e modificare il concetto di benedizione duplicandolo in “liturgica” e “non  liturgica”, “ascendente” e “discendente”,  poi sganciare la concessione della benedizione stessa da una valutazione morale troppo rigida dello stato delle persone che la chiedono. In altre parole la benedizione delle coppie di persone non sposate, ma conviventi, e di coppie di omosessuali verrebbe giustificata dalla natura puramente “pastorale” dell’atto, coerentemente con la dissociazione tipica dell’approccio teologico di Bergoglio fra dottrina, morale e pastorale, dove cioè principi dottrinali o norme morali non devono mai ostacolare l’azione pastorale, come se la verità e la carità fossero due dimensioni completamente scisse, tali che la prima non deve  mai essere d’ostacolo alla seconda.

Ecco un esempio lampante dell’uso distorto del concetto di “pastoralità” nel documento Fiducia supplicans”: «la carità pastorale ci impone di non trattare semplicemente come “peccatori” altre persone la cui colpa o responsabilità possono essere attenuate da vari fattori che influiscono sulla imputabilità soggettiva»; dunque, secondo “Fiducia supplicans”, se una coppia di omosessuali -ma anche qualsiasi altra coppia che si trova in una situazione irregolare- chiede una benedizione, deve poterla sempre ricevere, si è obbligati a concludere, e ciò perché  vari fattori potrebbero attenuare l’imputabilità morale del loro stato oggettivamente peccaminoso.

Il passo chiave del documento Fernandez “Fiducia supplicans” arriva però verso la fine nella III sezione (paragrafo 31), dove si formalizza il presunto senso delle benedizioni a coppie irregolari o composte da persone dello stesso sesso:

Nell’orizzonte qui delineato si colloca la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio. In questi casi, si impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo. Queste forme di benedizione esprimono una supplica a Dio perché conceda quegli aiuti che provengono dagli impulsi del suo Spirito – che la teologia classica chiama “grazie attuali” – affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino” (sott. nostre).

Dunque le nuove benedizioni teorizzate da Bergoglio e Fernandez non sarebbero altro che una forma di preghiera, condivisa e guidata dal sacerdote, invocante grazie attuali affinché  “tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo”.

Ora, le grazie attuali sono un aiuto transeunte concesso da Dio all’uomo in vista del nostro fine soprannaturale, ovvero della nostra salvezza eterna; in senso molto ampio rientrano nelle grazie attuali avvenimenti, circostanze, incontri, eventi dolorosi, malattie, infortuni e ogni altro accadimento, anche lieto e gioioso,  che possano concorrere a trattenere la persona dal male o spingerla al bene e alla virtù. In senso più stretto e rigoroso sono aiuti soprannaturali che toccano direttamente l’attività della volontà e dell’intelletto, sempre in vista, in ultima istanza, della salvezza delle anime.

In quanto tali esse non possono che riguardare la singola persona, e non la coppia. Infatti mentre può aver senso che il singolo peccatore  desideri ricevere delle grazie, almeno implicitamente, utili a convertirsi; non ha alcun senso che sia una coppia di peccatori a chiedere queste grazie, proprio in quanto è la loro relazione disordinata e peccaminosa a tenerli lontano da Dio e a ostacolare il loro processo di santificazione. E’ dunque una contradictio in adjecto che una coppia irregolare o di omosessuali venga benedetta perché  benedicendola si benedirebbe  proprio ciò che offende Dio e ne nega la legge morale.

Del tutto insensato dunque l’auspicio che  “tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo”.  Infatti poco conta che sia elevato o sanato un elemento buono o umanamente valido di una relazione in sé oggettivamente peccaminosa.  L’unica grazia che è giusto chiedere per delle persone che sono in stato di grave disordine morale è la grazia di una vera e profonda conversione, cosa che implica appunto proprio la rottura della relazione peccaminosa.  Si noti però questo particolare: in nessun punto di “Fiducia supplicans” si mette in luce questo elemento, in nessun punto si fa anche il più piccolo accenno alla necessità che le persone che vivono in relazioni gravemente disordinate si convertano e abbandonino quella relazione stessa. E’ questo particolare che manifesta la falsità e la doppiezza di tutto il documento: la mancanza di un accorato e veramente caritatevole appello alla conversione dei conviventi more uxorio e delle coppie di persone dello stesso sesso.  Poiché manca sia la condanna del peccato, sia l’invito alla conversione delle coppie irregolari e gay, è chiaro che  il lungo sproloquio mirato a legittimare la loro benedizione è solo la goffa maschera che nasconde una precisa mens teologica, orientata, nemmeno troppo nascostamente, all’obiettivo di giungere, col tempo, a un pieno riconoscimento della loro liceità.  Non dimentichiamo che il metodo di Bergoglio consiste nell’ avviare processi, nell’aprire piste rivoluzionarie che sa benissimo che con il tempo verranno percorse fino alle loro ultime conseguenze.  Siamo oggettivamente di fronte con “Fiducia supplicans” all’avvio formale di un processo rivoluzionario radicale, quasi in stile bolscevico: poiché il documento ammette la benedizione di ciò che va formalmente contro la legge di natura, contro il Decalogo, contro la Sacra Scrittura e l’intera Tradizione della Chiesa, se passerà  senza trovare la più ferma opposizione da parte dell’Episcopato, provocherà danni umanamente irreversibili e fatali. Dopo un documento così assurdo e blasfemo -una sorta di untuosa e melliflua bestemmia, di ripugnante inganno- diventerà possibile tutto, come in una rapidissima e vorticosa finestra di Overton: con la stessa logica di “Fiducia supplicans” si potrebbe passare alla comunione alle coppie omosessuali, al loro matrimonio sacramentale, all’ordinazione delle donne, all’abolizione del celibato, alla manomissione finale di tutto ciò che ancora resta intatto nella Chiesa.

Infatti (e questo è il problema di fondo di tutta la teologia modernista che ha invaso la Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, teologia che ha in Bergoglio il suo punto di arrivo apicale) la riduzione dell’attività e della vita della Chiesa a una pastoralità vuota, astratta e tutta umana, non fondata sulla verità, sulla difesa della legge morale, sulla vita di grazia, equivale a instaurare nella Chiesa di Cristo una controchiesa anticristica e parasssitaria, seducente e falsa, dimentica dell’eterno e nemica di tutto ciò che è soprannaturale, soggetta ai poteri mondani e incapace di condurre a Dio le anime.

Occorre però, a questo punto, far notare le gravissime implicazioni di questo approccio  se spinto fino alle sue estreme conseguenze.

Ecco un sommario elenco che sintetizza da un lato gli elementi di insostenibilità teologica del documento “Fiducia supplicans”, dall’altro alcune delle probabili, gravissime conseguenze che  quasi sicuramente causerà:

 

  1. L’omosessualità, non come tendenza a cui ci si oppone e che si domina mantenendosi casti, ma praticata nella convinzione che sia comportamento lecito è una condotta contronatura, in sé gravemente disordinata e peccaminosa. Dunque se è ammissibile la benedizione di un omosessuale (come, in generale, di un peccatore) che la chiede non in quanto omosessuale, ma in quanto persona ferita dal peccato, ma che anela sinceramente a crescere moralmente, a migliorarsi, a liberarsi dal suo vizio; è altrettanto evidente che è del tutto illecita in qualunque forma la benedizione di una coppia di omosessuali che chiede di essere benedetta in quanto tale, ovvero specificatamente in quanto coppia. Benedire una simile coppia significherebbe in questo caso far percepire a loro e al popolo dei fedeli la condotta omosessuale come legittima e moralmente non imputabile.  Ciò equivarrebbe a dare scandalo, ovvero a spingere positivamente al male le persone.

 

  1. Viceversa rifiutare la benedizione a una coppia di omosessuali che intende permanere nella relazione in cui si trova significa ammonirli a cambiare vita e a convertirsi, far loro capire quanto la loro condotta sia disordinata. Il rifiuto della benedizione potrebbe anzi divenire straordinaria occasione pastorale per spiegarne le ragioni, con rispetto e vera carità, ai due sfortunati amanti, ammonendoli a lasciare il peccato e chiarendo loro  le ragioni della ferma condanna dell’omosessualità da parte della Chiesa.

 

  1. Inoltre consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti e ammonire i peccatori sono fondamentali atti di carità spirituale che il sacerdote che benedicesse una coppia di omosessuali rinuncerebbe a praticare. Il suo gesto di benedizione non potrebbe venir letto che come una sostanziale accettazione della relazione vissuta dai due omosessuali, illudendoli circa la liceità morale di essa.

 

  1. Mentre i poteri forti e tutti le realtà più anticristiane da almeno vent’anni lottano per sdoganare l’omosessualità e premono in particolare sulla Chiesa cattolica perché modifichi la legge morale sempre insegnata e si apra al riconoscimento della legittimità dell’omosessualità e di ogni altra perversione sessuale, è particolarmente grave che Bergoglio anziché condannare fermamente questa spinta verso la corruzione universale dei costumi, la assecondi autorizzando la benedizione delle coppie omosessuali. Molti, in virtù di questa sua scelta, potrebbero considerarlo sottomesso alle strategie della grande finanza apolide, che sta cercando di instaurare un governo mondiale unificato, e segreto edificatore di una nuova religione a tale governo subordinata, ottenuta parassitando il cristianesimo, sfigurandolo  e svuotandolo completamente del suo significato autentico.

 

  1. La particolare gravità delle tesi contenute in “Fiducia supplicans” sta nel fatto che essa, di fatto, attacca e sovverte, almeno implicitamente, la legge naturale stessa.  Occorre ricordare che negare la legge naturale è colpa assai grave, implicante l’eresia.

 

  1. L’immagine di un sacerdote che benedice una coppia omosessuale è icastica rappresentazione di una Chiesa che nega in generale il peccato. Se si ammette il più, come si potrà negare il meno?  Se si accetta, e nei fatti si benedice, ciò che è contronatura e grida vendetta al cospetto di Dio, come si potrà condannare un qualsiasi altro peccato?  Che cosa ci si potrà rifiutare di benedire?

 

  1. E’ evidente a tutti e dimostrato dalla storia che tutte le cautele e le sottili distinzioni che “Fiducia supplicans” cerca di stabilire (ad esempio non benedire in contesti liturgici o dentro la parrocchia) cadranno ben presto: molti casi lo dimostrano, ad esempio quello della comunione sulla mano; introdotto “sperimentalmente”, in brevissimo tempo è diventato norma universale.  Il piano inclinato creato con le benedizioni di omosessuali e di coppie irregolari sarà molto ripido e scivoloso, anche perché ai vescovi è stato tolto il potere di normare e controllare quello che faranno i singoli sacerdoti, di fatto esautorandoli dal loro ruolo di primi garanti della fede nella loro diocesi.  Si avrà presto un vero far-west e prevarranno rapidamente le pratiche peggiori e più “aperturiste”.

 

  1. La scelta di Bergoglio di aprire alla benedizione delle coppie irregolari e di omosessuali porterà presto a sollevare il problema  della comunione ai membri di queste stesse coppie. La domanda che sarà inevitabilmente posta sarà la seguente: come può non accedere alla comunione chi viene benedetto dal sacerdote nello stato in cui si trova e che non vuole lasciare?  Non dare la comunione a chi è stato benedetto apparirà ingiusto e irrazionale.

 

  1. Se la Chiesa apre alla benedizione di coppie irregolari e omosessuali non potrà rifiutarsi di benedire anche ogni altro tipo di coppia: ad esempio di praticanti il poliamore (dove vivono insieme più di due persone), coppie di transessuali, coppie di pedofili, etc. Non si vede infatti perché solo un tipo di perversione dovrebbe essere ritenuta degna di essere benedetta a discapito di altre.

 

  1. In paesi come ad esempio Canada, Stati Uniti, Olanda e paesi scandinavi, l’autorizzazione data da Bergoglio potrebbe causare grandi problemi legali a dei sacerdoti che eventualmente si rifiutassero di benedire delle coppie omosessuali. Infatti fino ad oggi era legittimo opporsi appellandosi al principio della libertà religiosa e al divieto dell’omosessualità da parte della dottrina cristiana; domani un giudice potrebbe far notare che il rifiuto di benedire una coppia omosessuale è ingiustificato dottrinalmente (visto che il Papa autorizza tale benedizione) e quindi è solo atteggiamento omofobico e discriminatorio. Quindi con “Fiducia supplicans” il Pontefice ha  fornito uno straordinario fondamento alle future persecuzioni di sacerdoti fedeli alla dottrina di sempre.

 

  1. Occorre notare che la chiesa cattolica scismatica di Germania sul tema morale sessuale e omosessualità è da tempo la chiesa apripista, quella nella quale ci sono state più provocazioni e più casi limite: di fatto è già in piena e totale disobbedienza rispetto a Roma. Ora la chiesa tedesca è una delle chiese più ricche del mondo, avendo introiti per circa 5 miliardi di euro all’anno (contro una cifra cinque volte più piccola della Chiesa cattolica in Italia). Stante questa grande ricchezza ha il potere, che usa da decenni, di influenzare le chiese particolari più povere, attraverso finanziamenti che elargisce ad esse.  In particolare non dimentichiamo che tutto il Sudamerica è controllato in questo modo dalla Conferenza Episcopale Tedesca (e non dimentichiamo che Bergoglio è sudamericano).  Ora, in Germania vi è da anni un calo spaventoso della pratica religiosa e dei fedeli disposti a pagare la pesante tassa che è obbligatoria per legge per tutti i cattolici che vogliono potersi giovare dei sacramenti. Stante il crollo dei fedeli e il crescente abbandono del pagamento della tassa ecclesiastica, la Conferenza Episcopale Tedesca  da anni preme per aprire ai gay e ai divorziati risposati (nonché alle donne-prete) e per modificare completamente la morale sessuale, nella convinzione che questo farebbe aumentare il numero dei fedeli.  “Fiducia supplicans” non può non essere letta anche come un cedimento alle istanze tedesche, che sembravano altrimenti portare al rischio di un vero scisma, o meglio di uno scisma dichiarato formalmente. Il papa potrebbe aver così pensato di anticipare lo scisma, concedendo  qualcosa, anche se forse non tutto quanto richiesto.

 

  1. Nel documento di Fernandez “Fiducia supplicans” a un certo punto troviamo scritto: “la prudenza e la saggezza pastorale possono suggerire che, evitando forme gravi di scandalo o confusione fra ai fedeli, il ministro ordinato si unisca alla preghiera di quelle persone che, pur in una unione che in nessun modo può essere paragonata al matrimonio, desiderano affidarsi al Signore e alla sua misericordia, invocare il suo aiuto, essere guidate a una maggiore comprensione del suo disegno di amore e verità”.

Del passo letto va enfatizzato un passaggio: quello in cui si afferma che il sacerdote può unirsi alla preghiera di coppie “irregolari” a condizione di non dare origine a “forme gravi di scandalo”: l’affermazione è assurda perché sembra ammettere la possibilità di dare origine “a forme lievi di scandalo”. Poiché dare scandalo è sempre un male, in qualunque grado, si tratta di cosa da evitare sempre e incondizionatamente.  Inoltre non si vede come il sacerdote potrebbe valutare esattamente se sta dando scandalo in modo grave o lieve, stante che l’essere scandalizzato di un fedele dipende da molti fattori: l’età, la preparazione, la cultura, il grado di fervore, etc.

 

Concludiamo osservando che quanto sta accadendo, nonostante la sua particolare gravità, è perfettamente coerente, come ricordavamo poco sopra,  con l’impianto modernista e personalista della cattiva teologia che si è iniziata a fare dal Vaticano II in poi.  Bergoglio sembra l’incarnazione, quasi macchiettistica, del metodo dell’immanenza vitale denunciato da Pascendi come essenza del modernismo.  La fede, il dogma, la morale devono essere il riflesso mobile e cangiante dei sentimenti che si agitano nell’inconscio dei fedeli ai quali danno una forma, sia pure provvisoria e storicamente determinata.  Dunque tutto,  anche, se non soprattutto, la morale può evolversi e cambiare e le autorità  non devono fare altro che fissare più chiaramente le nuove verità emergenti dal popolo stesso, che si presume siano suggerite dallo “spirito”.   Poiché oggi la verità emergente è che nessuno più aborre o vede come mostruose e innaturali le relazioni omosessuali,  la Chiesa ha il dovere di modificare la dottrina e di seguire umilmente quanto sorge come nuova verità o bisogno dal popolo.  Bergoglio è il profeta che sa riconoscere le forme emergenti e rivoluzionarie della fede cattolica ed è al contempo il distruttore di tutto ciò che ingenuamente veniva considerato eterno e immutabile, ma che ai suoi occhi è solo orrendo “indietrismo”, incapacità di cogliere le indicazioni che lo “spirito” dà nel presente.

A tutti gli uomini di buona volontà il compito di resistere con ogni mezzo all’atto tirannico rappresentato da “Fiducia supplicans”, legge ingiusta, quindi non legge,  legge falsa che va sabotata e combattuta senza pietà con l’aiuto di Maria Vergine, per la maggior gloria di Dio e il trionfo di Nostro Signore Gesù Cristo.

Condividi