Infiltrazioni massoniche in Vaticano

Come dovrebbe essere chiaro a chiunque esamini i fatti che circondano la lista di Pecorelli, la Massoneria è certamente tra le mura del Vaticano da almeno alcuni decenni.

Qualcosa è andato seriamente storto all’interno della gerarchia della Chiesa. L’eresia diffusa, lo scandalo, la corruzione e l’apostasia dei pastori che giustamente Cristo condannò come “lupi travestiti da agnelli” sono troppo sistematici, e ormai manifesti, per essere frutto del caso o della debolezza umana.

Pianificazione ingegnosa ed esecuzione spietata e calcolata hanno portato la gerarchia della Chiesa a uno stato tale che i cattivi vescovi non nascondono più il loro rifiuto del deposito della fede, il loro odio per la morale cristiana o il loro disprezzo per i cattolici e i fedeli credenti.

L’agenda pro-LGBT, pro-contraccezione, pro-aborto, pro-donne-sacerdote della “via sinodale” dei vescovi tedeschi, il “rito di benedizione” dei vescovi fiamminghi per le coppie omosessuali, l’etichettatura derisoria dei cattolici legati alla Tradizione di sempre da parte del cardinal Arthur Roche, un prelato più protestante che cattolico, l’elevazione da parte del papa di molti vescovi pro-LGBT al collegio cardinalizio, l’insabbiamento del famigerato affare McCarrick, la vasta rete di lobby gay tra i vescovi e all’interno delle mura di Roma , il passaggio di consegne della Chiesa sotterranea in Cina al Partito Comunista Cinese (PCC) da parte del Vaticano, l’approvazione e l’adesione della Santa Sede all’Accordo sul Clima di Parigi fortemente pro-aborto, il culto della Pachamama e la partecipazione alle invocazioni indigene degli spiriti dei morti… L’elenco si allunga sempre di più.

La massiccia apostasia a cui stiamo assistendo oggi nei ranghi dei più alti membri della Chiesa, tuttavia, non è stata opera di un solo giorno o di un solo anno. A questo proposito, alcuni fatti aiuteranno a mettere in prospettiva la situazione attuale. Il rapporto di seguito includerà quanto segue:

  • Il piano massonico per infiltrarsi nella gerarchia della Chiesa esposto nell’Alta Vendita e nella corrispondenza vaticano/massonica che attesta un tentativo di acquisire il controllo dei seminari italiani negli anni ’60.
  • L’elenco di Pecorelli del 1978 che identifica 120 funzionari vaticani che erano membri della Massoneria, comprese le loro date di ingresso, numeri di codice e acronimi.
  • I fatti legati alla Loggia massonica romana Propaganda Due (P2) e al suo capo Licio Gelli, sullo sfondo della lista di Pecorelli.
  • L’inchiesta Gagnon commissionata dal Vaticano sull’infiltrazione di massoni all’interno della Santa Sede e sulle circostanze della morte di Giovanni Paolo I.
  • L’opera di don Luigi Villa contro l’infiltrazione dei massoni in Vaticano, missione affidatagli da Padre Pio e confermata da Pio XII.
  • I nomi illustri nella lista di Pecorelli e i gravi danni arrecati alla Chiesa dai prelati massonici.

 

L’Alta Vendita: un elaborato piano massonico

Alla fine del XIX secolo, il documento “Istruzione permanente sull’Alta Vendita” ordinava ai membri della Loggia massonica di dare corso ad uno sforzo incessante per minare la Chiesa cattolica dall’interno. Il documento affermava:

Il papa, chiunque egli sia, non verrà mai alle società segrete, spetta alle società segrete venire alla Chiesa… Il lavoro che abbiamo intrapreso non è il lavoro di un giorno, né di un mese, né di un anno. può durare molti anni, un secolo forse, ma nelle nostre file il soldato muore e la lotta continua…

Una volta stabilita la tua riputazione nei collegi… e nei seminari, una volta conquistata la fiducia di insegnanti e studenti, fa’ che coloro che sono impegnati nello stato ecclesiastico amino cercare la tua conversazione… Poi a poco a poco tu porta i tuoi discepoli al grado di cottura desiderato. Quando su tutti i punti dello stato ecclesiastico, questo lavoro quotidiano avrà diffuso le nostre idee come una nuova luce, allora apprezzerai la saggezza del concilio che iniziamo…

Questa fama aprirà la via affinché le nostre dottrine passino tra il giovane clero e penetrino a fondo nei conventi. In pochi anni il giovane clero avrà, per forza di cose, invaso tutte le funzioni. Governeranno, amministreranno e giudicheranno. Essi formeranno il consiglio del Sovrano. Saranno chiamati a scegliere il Pontefice che regnerà; e il Pontefice, come la maggior parte dei suoi contemporanei, sarà necessariamente imbevuto dei… principi umanitari che stiamo per mettere in circolazione…

Lascia che il clero cammini sotto la tua bandiera credendo sempre di camminare sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche. Vuoi spazzare via l’ultima traccia di tirannia e oppressione? Getta le tue reti come Simon Bar Jona. Gettale in fondo alle sacrestie, ai seminari e ai conventi, piuttosto che in fondo al mare… Vi ritroverete come amici attorno alla Cattedra Apostolica”.

 

Al momento della pubblicazione dell’Alta Vendita, la Massoneria italiana portava un’animosità e un odio particolarmente anticlericali nei confronti del Papato e della Chiesa. Nel 1877 fu istituita a Roma la Loggia Propaganda Massonica, nota anche come Propaganda Due (P2), per personaggi politici la cui appartenenza era tenuta totalmente segreta a causa delle condanne papali della Massoneria. Ma nel 1917, per celebrare il loro 200° anniversario, i massoni marciarono sfacciatamente in Piazza San Pietro sventolando uno striscione che diceva: “Satana regnerà in Vaticano, il Papa sarà suo schiavo“.

Diversi decenni dopo, in seguito agli incitamenti dell’Alta Vendita, i massoni in Italia iniziarono a mettere in atto un piano concreto per minare la Chiesa dall’interno. Nel 1961, il presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, monsignor Francesco Marchisano, che portava il nome in codice massonico FRAMA, scrisse tre lettere al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI) riguardanti un progetto riferito ai seminari sacerdotali nelle regioni italiane Piemonte e Lombardia.

Come luoghi ideali per l’attacco furono individuati i Seminari di Trento, Torino e Udine, dove si sapeva che si erano già infiltrati un buon numero di altri massoni. Le lettere sono state reperite e pubblicate nel settembre 2002, da don Luigi Villa, in un dossier, e ancora nel settembre 2019, sulla rivista fondata da don Villa, Chiesa Viva .

La pubblicazione del 2002 è arrivata in risposta alla nomina di Marchisano a Vicario Generale della Città del Vaticano e Presidente delle Opere di San Pietro. Villa aveva precedentemente esposto i dati completi della registrazione massonica di Marchisano nel giugno 1981 sempre su Chiesa Viva. Le lettere di Monsignore al Gran Maestro così recitano:

 

23 maggio 1961

Venerabile ed Illustre Gran Maestro,

Con grande gioia ho ricevuto, tramite F. MAPA [Mons.Pasquale Macchi, segretario di Papa Paolo VI], il suo delicato compito: organizzare silenziosamente in tutto il Piemonte e la Lombardia, un piano per la distruzione degli studi e della disciplina nei seminari. non nascondo che il compito è immenso e ho bisogno di molti collaboratori, soprattutto tra il corpo docente. Dovreste informarmi in modo che possa avvicinarli al più presto con alcune tattiche di studio. Riservo comunicazioni più specifiche dopo un incontro e un colloquio personale con MAPA.

Nel frattempo, vi prego di accettare i miei saluti oranti.

Inoltrare

Al Ven G. GO Maestro (consegnato a mano)”

 

12 settembre 1961

Illustre e Reverendo G. Maestro,

Dopo aver più volte avvicinato e contattato FF Pelmo e Bifra [Franco Biffi, Rettore dell’Università Lateranense], sono tornato al MAPA per sottoporre un primo piano di lavoro; consiglia di partire dalla disgregazione del curriculum, facendo pressione sui nostri fedeli docenti, perché, con un nuovo aggiornamento delle materie di pseudofilosofia e pseudoteologia, getteranno il seme negli studenti, ormai assetati di novità. Così, lo sconvolgimento disciplinare sarà una mera conseguenza che avverrà spontaneamente, senza che noi dobbiamo occuparcene direttamente: gli studenti penseranno di averlo fatto da soli, quindi è essenziale che tu paghi bene quei docenti di cui hai già l’elenco, sarò un supervisore diligente e riferirò tutto, fedelmente.

Con i più devoti e cordiali saluti

Inoltrare

Il Gran Maestro – Palazzo Giustiniani (consegna a mano)

 

14 ottobre

Illustre e Reverendo G. Maestro,

Nella riunione di ieri sera, FF [Compagni Massoni] Pelmo, Mapa, Bifra, Salma [Salvatore Marsili, OSB Abate di Finalpia], Buan [Abp.Annibale Bugnini, Commissione Liturgia], Algo [Alessandro Gottardi, Arcivescovo di Trento ] e Vino [Virgilio Noe, Maestro di Cerimonie], ho potuto concludere che: – In primo luogo, dovremmo iniziare le sperimentazioni in alcuni seminari in Italia, quelli di Trento e Torino, o quello di Udine dove abbiamo un buon numero di FF[ Fratelli Massoni];– In secondo luogo, dobbiamo diffondere la nostra concezione della libertà e della dignità umana, in tutti i seminari, senza alcuna esitazione da parte di alcuno dei Superiori, né da alcuna legge. Abbiamo bisogno di un incontro con tutti voi per decidere come agire e a chi affidare i vari incarichi.

Con i miei saluti oranti

Inoltrare

Il Gran Maestro – Palazzo Giustiniani (consegna a mano)

 

 

Lista Pecorelli’: 120 funzionari vaticani massoni

Il 12 settembre 1978, quasi un secolo dopo la pubblicazione del’ Alta Vendita e appena due decenni dopo il lancio del complotto per impadronirsi dei seminari italiani, l’avvocato e giornalista investigativo italiano Carmine Minor Pecorelli, direttore di un’agenzia di stampa e di un giornale specializzato in scandali politici e crimini , L’Osservatorio Politico , ha pubblicato un elenco di cardinali, vescovi e sacerdoti vaticani di alto rango che ha identificato come membri di logge massoniche. L’elenco divenne noto come “Lista Pecorelli” e comprendeva i nomi, le date di ingresso in Massoneria, i numeri di codice e le sigle di 120 funzionari vaticani.

Lo stesso Pecorelli apparteneva alla loggia massonica romana, Propaganda Due (P2), che è stata scoperta dalla polizia italiana per avere membri di alto rango provenienti da quasi tutti i rami del governo del paese, compresa la difesa nazionale. Un’indagine ufficiale ha portato alla luce elenchi di membri raggruppati per carica politica, tutti sotto il controllo di Licio Gelli, venerabile maestro della loggia massonica.

Non si saprà mai perché Pecorelli abbia pubblicato un elenco di membri vaticani di alto rango che sosteneva fossero anche massoni. Si trattava di calunnia? Il fine era screditare la Chiesa? O forse perché la sua lista avrebbe appena scoperto il più grande scandalo all’interno delle mura vaticane della sua (o nostra) vita, un lavoro non sgradevole per un giornalista politico con informazioni privilegiate sensibili.

Quello che si sa è che Pecorelli fu ucciso a Roma sei mesi dopo, quasi esattamente, il 20 marzo 1979. Fu ucciso da quattro colpi di arma da fuoco nel quartiere Prati di Roma. Apparentemente i proiettili erano di marca Gevelot, un tipo di proiettile particolarmente raro e non facilmente reperibile nei mercati legali o clandestini. Lo stesso tipo di proiettile è stato scoperto nel deposito d’armi della “Banda della Magliana”, nascosto nei sotterranei del Ministero della Salute del governo italiano. Tra i bersagliati dalle indagini della polizia c’era il capo di Propaganda Due, Licio Gelli.

Licio Gelli e la loggia Propaganda Due 

Licio Gelli era entrato a far parte della Massoneria italiana solo pochi anni prima, nel 1965. Tuttavia, raggiunse rapidamente un ruolo di incredibile potere all’interno della Massoneria e in Italia quando, nel 1970, Lino Salvini, allora Gran Maestro della Gran Loggia d’Oriente d’Italia , incaricò Gelli di ristrutturare la Loggia Propaganda Due  di Roma, di cui divenne il venerato maestro nel 1975. Questa loggia, originariamente fondata nel 1877 per i politici romani la cui appartenenza alla Massoneria doveva essere tenuta completamente segreta per la loro funzione pubblica e vicinanza al papato, crebbe da soli 14 membri a metà degli anni ’60 a quasi 1.000 alla fine degli anni ’70 sotto la guida di Gelli.

Il 17 marzo 1981, la polizia italiana fece irruzione nella casa di Gelli nell’ambito di un’indagine sul presunto rapimento del banchiere siciliano Michele Sindona. Le autorità hanno scoperto elenchi di 962 membri della loggia massonica di Propaganda Due. I nomi includevano 43 membri del parlamento, 3 membri del gabinetto, 43 generali, 8 ammiragli, capi di tutte le forze armate italiane, capi dei servizi di sicurezza, diplomatici, capi della polizia nelle quattro maggiori città italiane, funzionari dell’Italia e del Vaticano, solo per citare alcune delle personalità politiche più in vista.

Per le autorità italiane non appartenenti alla P2, la vasta rete di massoni segretamente responsabili di Gelli costituiva uno “stato nello stato” e minacciava la stabilità e la sovranità della nazione. Dopo essersi gettata nella mischia della politica italiana, la P2 è stata coinvolta in cose come l’attentato al treno “Italicus” del 1974, in cui sono morte 12 persone, e la strage alla stazione ferroviaria di Bologna, in cui sono morte 85 persone.

Si scoprì inoltre che i suoi membri avevano assunto il controllo della Banca Vaticana, portando la Santa Sede sull’orlo della bancarotta in uno scandalo finanziario scoppiato a metà degli anni ’80 e con il quale il Vaticano deve ancora venire a patti. Negli anni ’70, le attività della P2 suscitarono scalpore anche all’interno della Massoneria, portando infine allo scioglimento ufficiale della Loggia Propaganda Due nel 1981 da parte del Grande Oriente d’Italia.

 

Il Rapporto Gagnon

Contemporaneamente alla pubblicazione della Lista Pecorelli, all’interno delle mura vaticane sono emersi i risultati di una verifica ufficiale triennale di tutti gli uffici della Santa Sede, condotta dal vescovo Edouard Gagnon, riguardante le accuse secondo cui alcuni prelati e chierici della Curia romana sarebbero stati segretamente membri della Massoneria, sono stati presentati di persona a Papa Giovanni Paolo I. Secondo le memorie recentemente pubblicate del segretario di Gagnon, padre Charles Murr, “Monsignore non ha lasciato dubbi sul fatto che queste scioccanti accuse fossero effettivamente vere“.

L’indagine di Gagnon sulla Massoneria all’interno della Curia romana era stata ufficialmente commissionata da Paolo VI in risposta alla particolare accusa che due alti prelati fossero massoni: Annibale Bugnini e Sebastian Baggio. Bugnini è stato responsabile della Commissione per la riforma della liturgia latina dopo il Concilio Vaticano II, che ha prodotto il Novus Ordo Missale Romanum . Baggio era prefetto della Congregazione per i Vescovi, responsabile della nomina e della scelta dei vescovi in ​​tutto il mondo cattolico.

Sebbene il contenuto completo dell’indagine di Gagnon non sia noto pubblicamente, alcuni dettagli del caso sono trapelati. Tra questi dettagli c’è il fatto che Gagnon ha fatto sapere di avere effettivamente prove che confermano che l’arcivescovo Bugnini e il cardinale Baggio erano membri della massoneria. Queste prove includevano l’autenticazione dei documenti da parte dell’INTERPOL, l’Organizzazione internazionale della polizia criminale, responsabile delle indagini sui crimini internazionali. I ritrovamenti di Gagnon corroboravano così l’elenco di Pecorelli, che comprendeva anche i nomi di questi cardinali.

A seguito delle indagini di Gagnon, Bugnini fu inviato negli ultimi anni della sua vita in Iran come nunzio apostolico, dove apparentemente avrebbe fatto il minimo danno alla Chiesa, data la scarsità di cattolici in Iran e la quasi inesistente interazione tra la Santa Sede e il governo islamico iraniano.

Baggio, tuttavia, si è rivelato più difficile da abbattere. Rimarrà infatti a capo della Congregazione per i Vescovi fino al 1984, diversi anni dopo l’inizio del  pontificato di Papa Giovanni Paolo II, rimanendo in tale carica per dodici anni. La durata del suo mandato avrebbe contribuito notevolmente al danno incalcolabile arrecato alla Chiesa da questo Kingmaker episcopale massonico.

Guardando indietro, alcuni fatti sorprendenti sul pontificato di un mese di Giovanni Paolo I sollevano la questione della profondità delle cospirazioni massoniche all’interno del Vaticano. Il 12 settembre 1978 Pecorelli pubblicò il suo elenco di funzionari vaticani che erano membri della Massoneria. Il 25 settembre 1978, il vescovo Gagnon si incontrò privatamente con Giovanni Paolo I per presentargli le conclusioni della sua indagine durata tre anni sulla stessa vicenda. L’Arcivescovo aveva con sé un grosso dossier e fece sapere al suo segretario di essersi rivolto al Pontefice in merito all’appartenenza di Baggio alla Loggia massonica. Disse anche al suo segretario che il Papa aveva accettato di trattare con il cardinale Mason.

Il 28 settembre Giovanni Paolo I chiamò personalmente Baggio perché venisse a incontrare quel giorno il Pontefice nel suo studio. Baggio ha incontrato il Papa privatamente nel suo appartamento personale più tardi quella sera alle 20:00 per circa un’ora ed è stato sentito urlare contro il Papa dalle Guardie Svizzere che erano presenti fuori dalla stanza, cosa che hanno riferito. La mattina dopo, il 29 settembre, Giovanni Paolo I fu trovato morto nella sua camera da letto. Il medico ha detto che era morto il giorno prima intorno alle 23:00. Sei mesi dopo, il 20 marzo 1979, Pecorelli fu ucciso a Roma.

Date le circostanze e le questioni relative alla morte di Giovanni Paolo I – il fatto che il Pontefice sia morto così improvvisamente appena due settimane dopo la pubblicazione della Lista Pecorelli, tre giorni dopo aver ricevuto in udienza privata il rapporto di Gagnon e solo due ore dopo il suo confronto con Baggio, il massone che nomina i vescovi della Chiesa e l’ultimo uomo a vedere il pontefice prima che fosse trovato morto– padre Luigi Villa, un funzionario vaticano che lavorava sotto la protezione del Sant’Uffizio (di cui parleremo più avanti), chiese al cardinale Palazzini di far eseguire un’autopsia . Furono eseguite tre autopsie, chiamate ufficialmente “esami medici”, il verdetto di ciascuna confermò che il papa era stato assassinato. I risultati dell’autopsia non sono stati rilasciati dal Vaticano,

 

Padre Luigi Villa

Per aggiungere agli intrighi massonici all’interno della Chiesa, oltre al lavoro del Vescovo Gagnon nell’indagare sulla Massoneria in Vaticano, c’era un altro sacerdote che per diversi decenni prima e dopo era anch’egli impegnato nella stessa missione.

Nel 1956 don Luigi Villa, in visita a Padre Pio, fu incaricato dal santo di dedicare tutta la sua vita alla difesa della Chiesa contro l’opera dei massoni, specialmente quelli della Chiesa. Successivamente, Papa Pio XII confermò personalmente questa missione dando a Villa un mandato papale proprio per questo. Il Papa pone il sacerdote sotto la protezione dei cardinali Alfredo Ottaviani, prefetto del Sant’Uffizio, Pietro Parente e Pietro Palazzini.

Villa ha lavorato instancabilmente durante la sua carriera sacerdotale per scoprire e ostacolare le macchinazioni dei massoni che si erano infiltrati nei ranghi della gerarchia, sopportando sette tentativi di assassinio a causa dei nemici che si era fatto.

Nel 1971 don Villa fondò la rivista Chiesa Viva, con corrispondenti da tutti i continenti, per esporre l’opera dei massoni all’interno della Chiesa. Lo stesso Villa condusse indagini sull’appartenenza di prelati e sacerdoti alla Massoneria, controllando documenti con casellari di polizia ed elenchi di logge massoniche. Nel 1992, Chiesa Viva ha ristampato la Lista Pecorelli con una presentazione del magistrato Carlo Alberto Agnoli, autore de “La Massoneria alla Conquista della Chiesa“, che ha evidenziato l’attendibilità della Lista.

 

Nomi importanti nella “lista Pecorelli”

Si potrebbero scrivere volumi sui danni arrecati alla Chiesa da cardinali, vescovi e sacerdoti nominati come massoni nella lista di Pecorelli. Mi limito a considerarne solo alcuni.

L’arcivescovo Annibale Bugnini è elencato come iscritto alla Massoneria il 4 aprile 1963, con il numero di codice 1365/75 e l’acronimo BUAN. Bugnini fu l’uomo che guidò i cambiamenti alla liturgia, i cui obiettivi erano di rimuovere dal rito romano della messa qualsiasi cosa discutibile per i protestanti. I testi delle antiche preghiere della Chiesa e le sue selezioni dalla Scrittura sono stati spogliati di gran parte del loro contenuto dottrinale, così come della preziosa enfasi tridentina sul carattere sacrificale della Messa, così cruciale nel contrastare le eresie. Le modifiche alla disposizione del santuario sono state modellate sullo stile del tempio massonico, in cui l’altare si trova al centro anziché rivolto a est.

Le note connotazioni antropocentriche della liturgia del Novus Ordo e la drastica svolta verso una liberalizzazione della dottrina e della prassi nella Chiesa, che ha accompagnato i cambiamenti liturgici della Messa, sono il frutto non sorprendente dell’opera di un framassone autorizzato a cambiare senza nessuno scrupolo tutto ciò che voleva e pensava di poter imporre impunemente a tutta la Chiesa latina.

Altrettanto dannoso per la Chiesa è stato il lungo mandato del cardinale Sebastiano Baggio come prefetto della Congregazione per i vescovi, che lo ha reso una sorta di burattinaio massonico. Secondo l’elenco di Pecorelli, Baggio si iscrisse alla Loggia massonica il 14 agosto 1957, con il numero di codice 85/2640 e la sigla SEBA. Nel 1962 fu nominato prefetto della Congregazione per i Vescovi, dopo che il cardinale Jean Villot – anch’egli indicato da Pecorelli come massone, e che all’epoca era Segretario di Stato sotto Paolo VI – fece pressioni affinché Baggio fosse nominato a questo incarico. Sarebbe stato già abbastanza brutto che un massone avesse una parte nella scelta di un vescovo, ma che Baggio fosse stato nominato prefetto della Congregazione per i Vescovi ed fosse quindi libero di nominare liberali, modernisti, omosessuali, è cosa ben peggiore.

In una lettera al suo Venerabile Gran Maestro, datata 4 gennaio 1969, Baggio ringraziava la Loggia massonica per aver assicurato la sua elevazione al Sacro Collegio cardinalizio, assicurando ai colleghi massoni la sua continua collaborazione per penetrare gli ambienti ecclesiastici, soprattutto con ruoli dirigenziali, allo scopo di “rovinare tutta la Chiesa dall’interno in tutti i settori”. Questa lettera è stata fotografata e recentemente pubblicata nel 2019 su Chiesa Viva:

 

4 gennaio 1969

Al Venerabile Gran Maestro

Agli assistenti più stimati

Ho appena ricevuto dal Mapa la comunicazione della mia nomina a Cardinale, ottenuta da Voi con tutte le vostre poderose vie, mi affretto ad esprimere a tutti voi, amati e stimati Fratelli, il mio grazie riconoscente e devoto. Come per il passato io sono sempre a vostra disposizione circa i nostri programmi di espansione e penetrazione negli ambienti ecclesiastici, specialmente in quelle sfere di leadership che saranno, domani, i punti principali per rovinare tutta la Chiesa dall’interno in tutti i settori.

Con rinnovata fedeltà, VF vi saluto.

SB (Sébastien Baggio)”.

 

Per aggiungere al danno la beffa della Sposa di Cristo e assicurare il completo ritiro della retroguardia dei vescovi ortodossi nella Chiesa, fu durante il regno di Baggio come vescovo-creatore che l’età pensionabile di 75 anni fu fissata per la prima volta nella storia della Chiesa. L’effetto immediato della nuova legislazione è stato che molte sedi episcopali in tutto il mondo sono diventate vacanti poiché i vescovi di età superiore ai 75 anni hanno consegnato le loro lettere di dimissioni. In particolare questa situazione diede mano libera a Baggio per sostituire in brevissimo tempo quasi l’intero episcopato della Chiesa e tentare di rimodellarlo a sua immagine. Raramente un uomo, papa o vescovo che fosse, ha potuto influenzare in così poco tempo una parte così ampia dell’episcopato cattolico.

Fu da questo momento che la Chiesa negli Stati Uniti accolse vescovi come McCarrick, Weakland, Mahony, Brown e Bernadin. I crimini e i peccati di questi uomini includono stupri tra persone dello stesso sesso, relazione tra persone dello stesso sesso, abusi sessuali su minori, copertura di sacerdoti violenti, difesa di donne sacerdote, distruzione militante della musica e della liturgia tradizionali della Chiesa, il divieto ai cattolici di inginocchiarsi davanti al Santissimo Sacramento della Santa Comunione e l’annacquamento dell’insegnamento della Chiesa sul sacro rispetto che bisogna avere  per la vita  del nascituro (…).

Tra gli altri nominati nella lista di Pecorelli c’è il cardinale Villot, segretario di Stato della Santa Sede sotto Paolo VI, che operò come una sorta di mecenate a favore di Baggio, facendolo nominare membro della Congregazione per i Vescovi.  Anche il Vescovo Paul Marcinkus, , entrato a far parte della Massoneria il 21 agosto 1967, con il numero di codice 43/649, e la sigla MARPA, fu nominato capo della Banca Vaticana e fu implicato nello scandalo bancario che quasi rovesciò finanziariamente la Santa Sede negli anni ’80.

Altro nome importante è stato il cardinale Agostino Casaroli, Ministro degli Affari Esteri sotto Paolo VI e Segretario di Stato sotto Giovanni Paolo II. Casaroli entrò in Massoneria il 28 settembre 1957, con il numero di codice 41/076, con la sigla CASA. Fu Casaroli il responsabile dell’atteggiamento aperto del Vaticano nei confronti dei comunisti durante il pontificato di Paolo VI, una politica chiamata Ostpolitik , che portò il Papa a deporre il cardinale József Mindszenty da primate d’Ungheria, con la conseguente creazione di una chiesa di stato sotto il controllo dei dirigenti comunisti ungheresi. Questa politica è stata poi respinta da Giovanni Paolo II, venuto da dietro la cortina di ferro, ma il danno per la Chiesa dell’Europa orientale era già stato fatto.

Ora, per evitare che i massoni nominati nell’elenco di Pecorelli siano considerati un ricordo del passato, bisogna sottolineare che nell’ultimo decennio i nomi della sua lista continuano a comparire negli eventi vaticani. Uno solo di questi casi è monsignor Pio Vito Pinto, che Pecorelli identificò come entrato in Massoneria il 2 aprile 1970, con il numero di codice 3317/42 e la sigla PIPIVI. Pinto è stato decano della più alta corte della Chiesa, la Rota Romana, dal settembre 2012 al marzo 2021, facendo notizia quando si è preso la responsabilità di criticare i quattro cardinali che hanno presentato i “dubia” a Papa Francesco riguardo al suo insegnamento in Amoris Laetitia sull’ammissione dei divorziati risposati alla Santa Comunione.

Come dovrebbe essere chiaro a chiunque esamini i fatti che circondano la lista di Pecorelli, la Massoneria è certamente entrata nelle mura del Vaticano almeno diversi decenni fa. La verifica completa dell’elenco, sebbene difficile, è certamente possibile, dato il sequestro da parte della polizia dei documenti di Licio Gelli che nominano tutti i membri della loggia massonica di Roma, Propaganda Due. Anche la relazione del vescovo Gagnon, che si trova negli archivi vaticani, è tuttora inedita. A queste fonti si aggiungono le inchieste compiute da don Luigi Villa, alcune delle quali sono state pubblicate sulla rivista Chiesa Viva.

Con prelati italiani come il Vescovo Francesco Soddu di Terni che hanno recentemente affermato di partecipare pubblicamente all’inaugurazione di un nuovo ingresso nella Loggia massonica del Grande Oriente d’Italia, una nuova indagine sulla Massoneria all’interno dei ranghi della gerarchia ecclesiastica è attesa da tempo. Solo allora cominceranno a venire alla luce i danni che la Massoneria ha causato e sta causando al Corpo di Cristo.

 

Titolo originale: L’infiltrazione massonica è responsabile della diffusa apostasia del clero cattolico?

Fonte: lefesitenews-com – 20 ottobre 2022

Traduzione francese: https://strategika.fr/2022/12/29/linfiltration-maconnique-est-elle-responsable-de-lapostasie-generalisee-du-clerge-catholique/

Traduzione italiana a cura di M. D’Amico

 

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